​La forma del verde: progettare un giardino indimenticabile

Guido Musante Guido Musante
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Il progetto degli spazi aperti e dei giardini ha assunto negli anni un'importanza sempre più crescente, diffondendosi come disciplina specialistica nelle facoltà di progettazione e occupando un ruolo oggi davvero rilevante nel panorama degli studi professionali. La complessità del tema è tale da meritare l'espressione “architettura del paesaggio”, che sposta nel palinsesto degli elementi naturali il criterio del processo costruttivo complesso. L'idea che il paesaggio possa essere equiparato a un edificio ha stravolto completamente la concezione progettuale di questa disciplina, che si è ampliata e pluralizzata, giungendo a manipolare elementi naturali e artificiali in egual misura.

Non sembrerà eccessivo parlare di architettura del paesaggio anche nel caso del disegno di un piccolo giardino di fronte alla nostra casa. Pur contenuto nell'estensione il tema presenta problemi diversificati, che possono essere risolti solo con un approccio raffinato e in linea con la cultura del progetto. Per molti versi può valere sempre la metafora della stanza all'aria aperta: il giardino è in qualche modo un ambiente abitato, dotato di spazialità e di “arredi” composti dagli elementi naturali, controllati però dalla mano dell'uomo.

In un giardino in realtà le categorizzazione “naturale” e “artificiale” vanno prese in forma relativa. Ogni elemento può infatti essere considerato appartenente in parte all'uno o all'altra categoria, un po' come accade nella tradizionale arte giapponese del Nihon teien, l'allestimento degli spazi aperti e del verde. Inizia così il nostro viaggio all'interno di questa stanza all'aperto, alla scoperta dei segreti e delle soluzioni che possano aiutarci a rendere più intrigante e accogliente il nostro giardino.

​Piantando alberi o arbusti

Si può dire che non esiste giardino senza albero o, in maniera opposta, che basta un albero perché vi sia giardino. L'albero è l'elemento di maggior forza iconica dello spazio aperto, capace di porti in forte contatto con l'idea stessa di natura.

L'ultima testimonianza? Il Bosco Verticale a Milano, celebre coppia di edifici a torre, premiato con il Council on Tall Buildings and Urban Habitat 2015 e il The International High-rise Award 2014. In quel caso la presenza di una serie generosa di alberi sui grandi balconi trasformava questi ultimi elementi in veri e propri giardini sospesi nel vuoto, con un effetti di immersione nella natura davvero inedito e sorprendente.

Usando le siepi

L'elemento forse più distintivo del giardino all'italiana sono le siepi. L'uso della siepe restituisce già in sé fortemente un'idea di natura controllata, soggetta alla regole della geometria e del disegno. In questo senso una siepe è in grado di determinare fortemente la forma di un giardino, e anche il suo carattere.

Le siepi possono assumere sviluppi molto differenti, alte o basse, lineari o a disegno o magari a labirinto nel caso di giardini dalle estensioni più importanti. Il principale limite nell'uso della siepe è probabilmente costutiito dal suo mantenimento, che comporta la realizzazione di interventi di giardinaggio a scadenza ravvicinata per mantenere la forma originaria.

​Variando in altezza

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L'architettura del paesaggio è di per sé una disciplina dell'orizzontalità, almento quanto l'architettura tout-court è pratica della verticalità. Eppure anche nel disegno degli spazi verdi esiste la possibilità di variare con le altezza, accostando e armonizzando tra loro elementi di diverso sviluppo. Siepi e alberi, prati e fiori possono coporre “bassorilievi” naturali, capaci di stimolare fortemente la nostra percezione, componendo un alfabeto in basso o alto rilievo.

Il tema dell'altezza inoltre si sviluppa nel tempo, essendo ogni elemento naturale soggetto a crescita in altezza più o meno rapida. Nell'immagine una raffinata combinazione proposta dall'architetto del paesaggio tedesco StefanLaport.

​Con l'acqua

Secondo una certa interpretazione del giardino questo spazio può essere considerato come una porzione di bosco “addomesticato” e reso disponibile alla vita quotidiana. In un bosco allora non potrà mancare un elemento come l'acqua, da ripensare in forme e sviluppi connaturati con il linguaggio del giardino e con la sua estensione. Un piccolo lago, un corso d'acqua o magari una fontana possono essere elementi capaci di caratterizzare fortemente lo spazio del giardino, ponendoci in contatto con un elemento fondante per la vita.

​Tracciare un percorso

La metafora del bosco si ripropone anche nel caso affrontiamo il tema del percorso da tracciare nel giardino. Il percorso è, prima di tutto la riproposizione del tradizionale sentiero: l'atto minimo di possesso di uno spazio selvaggio naturale: momento di transizione e di immersione nella natura.

In un giardino inoltre un percorso definisce delle aree e ne mette in connessione delle altre, stabilendo gerarchie e definendo continuità e frammenti. Un percorso ci permette di cambiare punto di vista sul giardino, ma in maniera controllata, e può essere calibrato con un occhio simile a quello del regista che decida i movimenti di una camera nel girare una scena.

​Utilizzare le recinzioni

La recinzione è l'elemento che da forma in senso pieno e compiuto al giardino: ne definisce lo sviluppo e perimetra la superficie. È anche l'elemento di transizione tra l'interno e l'esterno del giardino: può essere più o meno traguardabile alla vista e garantire maggiore apertura di sguardo o, all'opposto, maggiore intimità. Una recinzione può anche trasformarsi in un articolato tema progettuale, diventando l'elemento al quale “agganciarne” altri, come una serie di sedute o un pergolato.

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