Un open space per tutti: la casa che cresce con la famiglia

Federica Di Bartolomeo Federica Di Bartolomeo
House in Kashiwa, Unfinished house, 山﨑健太郎デザインワークショップ 山﨑健太郎デザインワークショップ Minimalistische eetkamers
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Quando la famiglia cresce o comunque cambia, la casa è il primo oggetto dei nostri pensieri più pratici. Niente di più naturale e sensato, trovare un open space per tutti o garantire che lo spazio che si ha non vada inutilmente sprecato. 

A tutti quelli che sono alle prese con delle modifiche alla loro casa per far fronte alle esigenze della propria famiglia -allargata o non- dedichiamo allora questo articolo.

Per scriverlo siamo andati in Giappone, a guardare da vicino l'idea rivoluzionaria per un modo di vivere diverso. Unfinished House, questo il nome del progetto, casa non finita se traduciamo in un italiano non troppo formale. Una casa cioè che modifica i suoi interni e la sua pianificazione in base al particolare momento e al modo in cui si vuole abitarla. Tuttavia, questo  è solo uno degli aspetti più notevoli. Ci troviamo infatti di fronte a una concezione d'abitare molto diversa da quella a cui siamo abituati. Niente pareti divisorie o tramezzi, niente partizioni o limitazioni di sorta: il trionfo dell'open space insomma,  la cui organizzazione si basa sulla flessibilità, in grado di rispondere alle mutevoli esigenze del presente e del futuro della famiglia che vive qui.

Il concetto

Dopo lunghe e fruttuose  discussioni con il cliente, l'architetto di questo progetto ha scelto questo spazio di design, sperando che questa casa potesse crescere insieme con la famiglia che la abita. Le pareti sono state rivestite in caldo legno e i pavimenti lasciati nella semplicità del cemento spatolato. Di giorno, finestre a tutta altezza inondano di luce tutto l'ambiente, caratterizzato da una pianta libera e aperta.

Un open space che ruota intorno a uno spazio centrale

È nella famiglia che possiamo trovare la ragione di tutto questo: il progetto ruota attorno a uno spazio centrale, un open space totale di 71 mq, in cui si muove stretta la  relazione tra tutti i membri della casa. Le altre camere si trovano intorno a questo spazio e si rivolgono su questo,  per non interrompere le connessioni: in nessun momento il concetto di convivenza e condivisione è dimenticato.

Anche se può essere difficile immaginarlo, tutta l'organizzazione spaziale interna risponde a una gerarchia logica. Potremmo dire che l'intero programma è organizzato in quattro scatole, ognuna divisa in due livelli differenti. Al piano terra dunque, si trovano tutti gli usi essenziali: camera da letto, cucina, zona dei servizi e di lavoro. Ognuna di queste cellule gira sopra, come accennato prima, allo spazio centrale.

Collegamenti e flessibilità nell'uso degli spazi

Scale interne indipendenti danno accesso al livello successivo delle scatole. Qui, gli spazi sono lasciati in bianco in modo che gli abitanti della casa possano  usarli nel modo desiderato, in base ai loro interessi e bisogni.

Una posizione ben pensata

Se  pensate che queste scatole open space siano state arbitrariamente collocate, vi sbagliate. L'orientamento e la posizione rispondono ad uno schema visivo studiato, in modo che le alte finestre che fanno da cerniera tra scatola e scatola diano la vista panoramica sul paesaggio circostante, ma non sulle case vicine, avendo così una discreta protezione dagli sguardi esterni.

Siamo così giunti alla conclusione del nostro articolo. Abbiamo visto come l'idea di una casa che si adatta alle nostre esigenze sia possibile, lasciando che la libertà e la leggerezza compositiva siano i principi ispirativi del nostro progetto.  Se siete interessati ad altri spazi open space adatti alla famiglia, vi consigliamo di dare un'occhiata a questo articolo:

-I motivi per cui il loft è diventato a prova di famiglia

Buona lettura!

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